V millennio a.C.
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia
Depositi Fertilmont di Lucera, Laboratorio di Antropologia Fisica della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bari, Museo Civico G. Fiorelli di Lucera
L’area di provenienza dei reperti, sita nel territorio comunale di Lucera, ha subito un’intensa frequentazione antropica dal Neolitico all’età daunia.
La frequentazione preistorica ha consegnato ai nostri giorni una vasta necropoli caratterizzata da trenta sepolture databili al Neolitico finale.
Tra i corredi figuravano contenitori in impasto dalla tipologia inquadrabile nella facies Diana, industria litica in selce e ossidiana ed elementi di ornamento.
Il materiale oggetto del progetto di recupero risulta diviso in 71 cassette principalmente tra reperti ceramici (34 cassette), reperti osteologici (19 cassette) e campioni di terra (18 cassette).
In tutta l’area di scavo, inoltre, sono presenti numerosi pozzi e due ampi canali che hanno restituito una grandissima quantità di materiale ceramico.
Conservazione del materiale archeologico
Raccolta fondi
Lo studio del materiale necessita ancora approfondimenti e anche i contesti di scavo portati in luce necessitano di una maggiore comprensione. Il materiale risulta non lavato e non catalogato e non è stato oggetto di uno studio puntuale.
Obiettivo del progetto è quello di effettuare una serie di interventi finalizzati alla conservazione del materiale archeologico, attraverso una coerente, coordinata e programmata attività di studio, protezione e restauro.
Per i reperti archeologici occorre provvedere ad un’attività di lavaggio, catalogazione e restauro finalizzato a un’idonea conservazione e alla comprensione dei contesti di scavo attraverso l’approfondimento dei dati forniti dalla cultura materiale.
Il progetto prevede anche indagini al radiocarbonio sui reperti osteologici. Saranno prelevati campioni da dieci delle trenta sepolture riscontrate.
Si riserverà particolare attenzione alle eventuali alterazioni degli elementi chimici dei resti ossei dovute a processi di diagenesi.
Il progetto prevede anche lo studio paleobotanico dei sedimenti presenti.
Lo studio verterà sulle indagini paleobotaniche finalizzate al recupero di resti antracologici e carpologici mediante l’applicazione di diverse tecniche e metodologie sulla selezione di campioni idonei per eventuali datazioni radiometriche o analisi biochimiche e sulla determinazione tassonomica degli antracoresti e dei carporesti mediante microscopio metallografico.